Riassunto:
La nostra porzione di questa settimana iniza con la benedizione di Efraim e Manasse da parte del loro nonno, Giacobbe. I dodici figli di Giacobbe poi si trovano attorno al suo letto di morte, ed ognuno di loro riceve una valutazione ed una previsione del proprio futuro da parte del padre. Giuseppe è in lutto per la morte del padre e lo fa imbalsamare. Giacobbe viene sepolto a Hebron nella grotta di Machpelah. Giuseppe rassicura i propri fratello che li ha perdonati e promette di prendersi cura di loro e delle loro famiglie. Poco prima di morire, Giuseppe dice ai suoi fratelli che Dio riporterà loro alla terra che fu promessa ai patriarchi. I figli d’Israele promettono a Giuseppe che porteranno le sue ossa con loro quando lasceranno l’Egitto.
Insegnamento della nostra porzione di Haftarah – Primi Re 2:1-13
Un testamento etico è un qualcosa di cui parliamo quando parliamo di ciò che vogliamo lasciare quando non ci saremo più. Non si sta parlando di beni materiali, ma di valori. Nella nostra porzione di Torah, Giacobbe presenta le sue ultime volontà ai suoi figli. Nella nostra haftarah di questa settimana, Davide dà precise istruzioni a suo figlio Salomone, il quale gli succederà al trono.
Davide, conosciuto come un uomo timorato di Dio e uno scrittore di salmi, lascia il nostro mondo dopo aver lasciato un messaggio aspro e crudele a suo figlio che si focalizza su obiettivi religiosi e spirituali. L'ultimo discorso di Davide lo dipinge come un uomo credente e pio ma anche come un politico scaltro che sa che Salomone dovrà agire in maniera spietata per mantenere il trono. Davide parla del bisogno di vendicarsi e ordina Salomone di assassinare i due rivali al trono.
L'ultima richiesta di Giacobbe nella nostra porzione di Torah è di chiedere gentilmente ai suoi figli di seppellirlo nella sua terra natia, Canaan. Invece Davide, ha una richiesta molto più complessa, ossia trasmette i suoi risentimenti personali a suo figlio.
La nostra tradizione cerca di reinterpretare le ultime parole di Davide in maniera più generosa. Nel corso delle generazioni, i nostri commentatori interpretano le ultime parole di Davide non come un ordine ma come un avvertimento. Non si tratta quindi che Salomone debba uccidere i suoi rivali, ma piuttosto dovrebbe essere prudente nei loro confronti, se necessario. E’ interessante notare che quando la storia della morte di Davide viene raccontata nella Bibbia, nel libro delle cronache, non viene nemmeno menzionato il suo ultimo desiderio.
Lo storico romano, Flavio Giuseppe racconta di nuovo la storia della nostra Haftarah. Questi scrive che Davide disse “Figlio mio, sto per lasciare questo mondo per unirmi ai miei antenati. Sto per prendere la strada che tutti gli esseri umani devono prendere, che siano viventi o che devono nascere. Non vi è ritorno da quel luogo per vedere come procedono le cose nel mondo dei vivi. Ma visto che sono ancora vivo, nonostante la morte sia alle porte, ricordati ciò che ti ho detto prima : sii giusto verso i tuoi sudditi e fedele a Dio…”
Come i nostri commentatori ed come il libro delle cronache, Flavio Giuseppe cerca di creare un testamento etico nel dipingere le ultime parole di Davide come qualcosa di edificante e che porti ispirazione.
Quali valori etici lasceremo ai nostri cari? Le nostre ultime parole saranno fatte di rabbia ed astio, oppure saranno personali, edificanti e che portano ispirazione? Sia Giacobbe che Davide fungono da modelli per noi. Che possiamo imparare dai loro esempi, sia nel bene che nel male, ed agire in modo da poter creare un testamento etico che come le nostre vite, possa ispirare altri a rendere il mondo un luogo migliore.
Shabbat Shalom
Rabbi Donald Goor