Parasha Vayetzei:  Genesi 28:10−32:3 – 12 Novembre 2021

Riassunto:

La nostra porzione inizia con la bellissima storia del sogno di Giacobbe, in cui egli vede degli angeli che salgono e scendono da una scala. Dio benedice Giacobbe, il quale chiama Bethel il luogo in cui è avvenuto il sogno. Più avanti nella porzione, Giacobbe lavora per sette anni in modo da poter sposare Rachele, ma Laban, il padre di quest'ultima, inganna Giacobbe facendogli sposare Leah, sorella maggiore di Rachele. Finalmente Giacobbe riesce a sposare Rachele ma solo dopo aver promesso di lavorare altri sette anni per Laban. Leah, Rachele, e le loro serve Bilhah e Zilpah,  partoriscono undici figli ed una figlia. Quindi Giacobbe e la sua famiglia lasciano la casa di Laban con grandi ricchezze. 

 Lezione della porzione di Haftarah – Osea 12:13-14:10

A volte il nesso tra la porzione di Torah e quella di Haftarah è tenue ed è questo il caso di questa settimana. La porzione di Torah ci racconta del periodo in cui Giacobbe visse ad Aram. Anche i primi due versi della nostra porzione di Haftarah parlano di questo momento.  A parte questi primi due versi, la Haftarah rappresenta una profezia che ha poco a che fare con la storia di Giacobbe.  

La profezia di Osea ci suonerà famigliare, dato che occupa gran parte della Haftarah che leggiamo durante Shabbat Shuvah – lo Shabbat tra Rosh Hashanah e Yom Kippur.  La tematica di questa profezia è assai prevedibile. Inizia con la descrizione dei peccati del popolo d’Israele di come questi peccati mettano a rischio il nostro rapporto con Dio. La porzione poi continua con un avvertimento da parte di Dio: a causa del peso di questi peccati e della natura impenitente dell'uomo la distruzione è prossima. Infine, abbiamo un messaggio di speranza e di compassione, in cui Dio ricorda al popolo che una nazione penitente avrà il Suo favore. 

Quando leggiamo questa Haftarah durante Shabbat Shuva, viene enfatizzato l’insegnamento che ognuno di noi ha il potere del pentimento. La parola Teshuvah/Shuva significa voltarsi o ritornare. Ognuno di noi ha il potere di voltare le spalle al male e quindi tornare al bene. Abbiamo il potere di tornare sulla via del bene e quindi alla versione migliore di noi stessi. 

Detto questo, secondo il profeta Osea nella nostra Haftarah, il concetto di teshuvah individuale – di penitenza -, era sconosciuto. Osea visse durante l'ottavo secolo BC. Furono i rabbini dopo il 250 AC  (più di mille anni fa) a dare il significato di cambiamento individuale alla parola Teshuvah.

Il messaggio di Osea e degli altri profeti era diretto a tutto il popolo d'Israele, in quanto collettivo o nazione. Essi esortarono Israele in quanto popolo a girarsi verso Dio in modo che la nazione stessa potesse continuare a vivere. Secondo Osea, teshuvah era un processo collettivo. Per quei rabbini che vissero in un periodo storico in cui lo stato-nazione non esisteva più Teshuva divenne un processo personale. 

Il messaggio di Osea era diretto ai capi del popolo. Questi avevano la responsabilità di migliorare il proprio comportamento e quello del popolo in generale. Solo una volta che l’intera nazione fosse tornata sulla via del bene il popolo sarebbe stato risparmiato dalla distruzione. Osea si preoccupava dello stato di tutti, dato che le azioni malvagie della nazione avrebbero portato alla fine di tutto.

Questo antico concetto di comunità è applicabile anche a noi oggi. Nelle società democratiche, ogni cittadino ha la responsabilità di prendere decisioni che si rifletteranno sulla comunità in generale, il che è lo stesso concetto biblico che troviamo con Osea. In una democrazia, tutti noi abbiamo il potere e la responsabilità del portare lo stato-nazione sulla retta via.  In quanto individui, ognuno di noi può influire su tutta la nazione. Abbiamo la responsabilità di fare sì che la società abbandoni il male e che si volga verso il bene. Abbiamo il potere di plasmare il destino dell'intera nazione.

Così ci dicono le parole di Osea. Ci ricordano le discordanze della nostra società e ci indicano le conseguenze che ci aspettano se falliamo. Anche se ora  teshuvah – rimane un atto personale e spirituale, Osea ci ricorda che in quanto cittadini attivi, teshuvah ha conseguenza anche a livello nazionale.

Shabbat Shalom

Rabbi Donald Goor