Questa settimana iniziamo il terzo dei cinque libri della Torah: Levitico o in ebraico, Vayikra. Nelle prossime settimane leggeremo più volte del sistema di sacrifici sviluppati dagli Israeliti ed effettuati all’interno del tavernacolo portatile. Ci sono delle regole per ciò che concerne le offerte da parte di chi ha commesso un peccato, di chi vuole esprimere gratitudine ecc. Quanti piccioni vanno sacrificati, quante capre, come i sacerdoti gestivano il sangue, le carcasse ecc...
Ai tempi in cui fui cantore al Temple Isaiah a Los Angeles ebbi la fortuna di lavorare con migliaia-si letteralmente migliaia - di studenti Bar e Bat Mitzvah. Quegli studenti B’nai Mitzvah che dovevano leggere porzioni dal Levitico si trovavano spesso in difficilotà a livello di “d’var torah”, o quando dovevano preparare un discorso in questo senso. Il concetto di un sistema di venerazione in cui venivano sacrificati animali per venerare Dio risultava essere remoto, distante e spesso ripugnante per molti studenti.
Nonostante il fatto che l’uccisione di animali, il loro dissanguamento e arsione andasse oltre la loro comprensione (e devo ammettere va anche oltre la mia comprensione), il concetto di sacrificio era un concetto che praticamente tutti gli studenti potevano capire.
Molto spesso, gli studenti di B’nai mitzvah interpretavano il discorso di sacrifico come una metafora per lo sport: quando un giocatore si “sacrifica” per il bene della squadra o i sacrifici necessari per eccellere in una disciplina sportiva che sia calcio, basket o tennis : ore e ore di allenamento, magari senza poter guardare la televisione, dolori fisici dalla preparazione atletica, e forse una vita sociale limitata.
Se oggi mi trovassi a lavorare con studenti Bar e Bat Mitzvah, immagino che il loro concetto di sacrificio sarebbe diverso. Nella nostra lotta globale contro il Coronavirus , vi sono molti che si stanno sacrificando : dottori, infermieri, tecnici medici, terapisti respiratori e conducenti di ambulanze. Le immagini di medici collassati a terra, troppo esausti per reggersi in piedi le abbiamo viste tutti. Questi sono eroi, stanno facendo diversi sacrifici: non dormono, sono lontani dalle loro famiglie e mettono le proprie vite a repentaglio. Ci sono altri che stanno facendo grandi sacrifici: lo staff nei supermercati che ci danno la certezza di avere cibo, i panettieri che rimangono aperti, le donne e gli uomini che stanno rischiando tutto per far si che i nostri pacchi vengano consegnati ai nostri portoni.
In ebraico, la parola sacrificio si traduce in “korban”- la radice della parola (koof, resh, nun) significa “portare vicino”. Stranamente ed in maniera tragica, l’attuale condizione di malattia e sacrifici ci ha portati tutti più vicini. Stiamo comunicando di più coi nostri vicini e le nostre famiglie. Abbiamo passato diverse ore in chiamate via zoom o skype in modo da poter comunicare con i nostri amici o i nostri colleghi nel mondo. Ci siamo inoltre avvicinati a Dio, tramite diversi mezzi: pregando, cantando, meditando o tramite una poesia.
Con la lettura del Levitico - la cui enfasi è sacrificio e avvicinarsi a Dio - che le nostre preghiere possano giungere a Dio e portare salute e guarigione per tutti.
Shabbat Shalom
Cantor Evan Kent