Riassunto: Mosè continua il censimento del suo popolo. L’attenzione si sposta sui compiti dei Leviti nel tabernacolo. Questa Parashà ci illumina sulle leggi riguardanti le persone impure e come queste dovrebbero essere allontanate dall’accampamento. Ci vengono presentati i Nazariti, i quali fecero dei voti speciali ed infine leggiamo della benedizione sacerdotale.
Lezione:
Durante il mio periodo da studente presso la Central Synagogue di New York, il nostro rabbino emerito si presentava presso la bimah alla fine di ogni funzione per benedire la congregazione. Era un uomo alto e distinto, vestito di nero. Si alzava in piedi sull’orlo della bimah, con le sue vesti mosse dalla lieve brezza, alzava le braccia in alto come per coprire l’intera congregazione, benedendola con la sua voce tonante. Sentivo sempre un grande senso di soggezione. Era come se il rabbino portasse la presenza di Dio presso il nostro bellissimo santuario, in più intimamente, nel mio cuore e nella mia anima. Solo più tardi, dopo essere tornato a casa, mi mettevo a pensare : Un rabbino vestito di nero ha davvero il potere di benedirmi?
E ciò mi porta a considerazioni. Quando un rabbino si trova davanti ad una congregazione in una sinagoga e recita una benedizione, lui o lei hanno davvero il potere di benedirci? Coloro che hanno commentato la nostra porzione di Torah sono sempre rimasti confusi dall’apparente potere dei sacerdoti nel benedire il popolo: "Parla con Aronne ed ai suoi figli : Così potrai benedire il popolo d’Israele” (Numeri 6:23). Nel Talmud, Rabbi Ishmael consiglia: "I sacerdoti benedicono Israele, e Dio benedice I sacerdoti.” Ciò nonostante, il concetto che degli esseri umani-anche nella loro posizione di sacerdoti o rabbini vestiti di nero- abbiano il potere di benedire nel nome di Dio è sempre stato qualcosa di altamente ripudiato dalla nostra tradizione. I nostri commentatori interpretano il verso biblico "I sacerdoti (loro) collegheranno il mio nome con il popolo di Israele e io (L’Eterno) benedirò il popolo (loro)." Il potere di un sacerdote, o di un rabbino, è semplicemente di fare da collante tra Dio ed il popolo. Collegare Dio con l’umanità - questo è il potere della benedizione.
Eppure, spesso chiediamo agli altri di benedirci; il ricevere una benedizione da qualcuno che rispettiamo o ammiriamo-spesso I nostri genitori o il nostro rabbino - ha per noi un potere immenso e significativo. Dopo aver visto una persona benedire un’altra, il poeta Dan Bellm scrisse: "Pensai per molto tempo a ciò che avevo visto, chiedendomi “Cos’é una benedizione?” ed il desiderio di volerne una. Fu questo solo uno scambio fra due persone, o vi era qualcosa di più profondo? Quando due persone si trovano e una benedice l’altra, Dio è presente? Che cos’é una benedizione ?”
Le benedizioni che offriamo sono potenti, ma non sono magiche. Non abbiamo il potere di far si che i altrui desideri si realizzino semplicemente tramite delle parole pronunciate. Non abbiamo nemmeno il potere di richiedere che Dio risponda ad una nostra richiesta, nemmeno tramite le parole di una benedizione. No, proprio come le nostre altre preghiere, le benedizioni rappresentano un’aspirazione, è un’espressione dei nostri desideri tramite gesti e parole. Come mi insegnò il mio amico e collega, Rabbi Yoel Kahn, la benedizione rappresenta un’espressione di speranza.
Nonostante mi consideri una persona alquanto razionale, non posso che commuovermi del potere e del significato di una benedizione, che sia io a riceverla, come nel caso della Central Synagogue, o che sia io a darla, come spesso faccio con voi di Beth Shalom. Un discorso di benedizione, come dice Vaclav Havel nel suo libro “Speranza” "è un orientamento dello spirito, un orientamento del cuore, trascende il mondo immediato e si ancora tra i suoi orizzonti.”
Impariamo altrove nella Torah (Esodo 19:6) che è il nostro destino diventare un regno di sacerdoti, ognuno di noi con il potere di benedire. Quando pronunciamo le nostre parole di benedizione, siamo messaggeri di Dio, le nostre parole ed i nostri gesti diventano strumenti per raggiungere la citazione “Io benedirò il popolo”.
Chag Sameach!
Rabbi Goor