Riassunto:
- Abram, Sarai, e Lot arrivano a Canaan.
- La carestia conduce loro in Egitto, dove Abram presenta Sarai come sua sorella per salvarsi la vita.
- Abram e Lot vengono separati. Lot viene catturato, e Abram lo salva.
- Abram ha un figlio, Ismaele, con la sua serva egiziana, Hagar.
- Dio forma un patto con Abram. Il simbolo di questo patto è la circoncisione fatta all’ottavo giorno di vita di un figlio maschio.
Lezione di : Rabbi Dr. Edwin C. Goldberg
"Chi va là?"è la prima cosa che leggiamo nell’Amleto di Shakespeare. Racchiude l’intero significato di questa opera teatrale. "Dove sei?" è la prima domanda posta da Dio nella Torah (Genesi 3:9). Da un punto di vista metafisico, racchiude il significato di tutta la Bibbia. Prestare attenzione alle domande è un modo intelligente di arrivare al cuore di qualsiasi argomento. Come ci ricorda il fisico Isaac Rabi, quando tornava a casa da sua madre da scuola, lei gli chiedeva sempre “Hai fatto ottime domande?”
Nel suo libro, Leadership Without Easy Answers, Ron Heifetz definisce la leadership come l’abilità di fare le domande giuste. La porzione di Torah di questa settimana , Lech L'cha, ci offre la possibilità di riflettere sulla potenziale leadership di Abramo e perché Dio lo sceglie per l’impresa che porterà all’ebraismo ed al popolo ebraico.
Credo di sapere perchè Dio abbia scelto Abramo : perché fece la domanda giusta.E quale fu quella domanda? Ve lo dirò, ma prima una digressione.
Quando stavo completando i miei studi rabbinici e insieme ai miei compagni stavo cercando un impiego come assistente rabbino, un saggio rabbino ci impressionò quando ci fece una domanda unica ed interessante : Quale era il nostro midrash preferito? (Midrash è l’impresa rabbinica del cercare un messaggio nascosto nella Torah,estraendo da esso un po’ di saggezza.) Sapevo che avrei scritto una dissertazione su queste cose e perciò cercai l’opinione di uno dei più brillanti studenti rabbinici che conoscessi. La sua risposta divenne la mia (non durante l’intervista ovviamente) perchè era una risposta perfetta.
Quale era il suo midrash preferito? Viene da un’antica collezione di sermoni sul libro di Genesi (B'reishit Rabbah 39:1). Il midrash vuole affrontare la domanda di perché Dio scelse Abramo. Tipicamente ai tempi, l’autore del midrash, un certo Rabbi Isaac, utilizza una parabola Un uomo sta visitando diverse città e durante il suo viaggio si imbatte in un edificio in fiamme. Chiede se c’è un gestore dell'edificio (e se si, perchè l’edificio è in fiamme) ? Il proprietario dell’edificio urla da uno dei piani alti dell’edificio, “Io sono il proprietario.” Rabbi Isaac continua: Abramo era come questo viaggiatore : vide il mondo in fiamme (con ingiustizia) e chiese se a Dio ciò non importasse. Dio poi disse ad Abramo “Io sono il proprietario del mondo.”Presumibilmente Dio sta chiedendo aiuto ad Abramo per rettificare le ingiustizie dell’umanità.
Un punto importante in questo midrash è la parola usata per “edificio”. Questa parola è birah. Cos’è un birah? Ci sono coloro che lo tradurrebbero come “palazzo” e renderebbero il concetto di “fiamme” come semplicemente avvolto dalla luce.In altre parole, Abramo è un filosofo, vede il piano illuminato per il mondo e intuisce l’esistenza di un creatore benevolo.
Io non sono d’accordo con questa interpretazione. Preferisco la traduzione di birah come qualcosa di radicalmente diverso rispetto ad un palazzo. Era un edificio comune e grande in cui gli abitanti urbani vivevano in piccoli appartamenti privati. Non era né grandioso né bello ma era alto per allora, pericolosamente alto. I romani lo chiamarono insula. Noi lo chiameremmo un caseggiato
Perciò Abramo sta osservando il mondo in modo serio, un mondo in cui la povera gente soffrono ingiustizie e a volte la morte perché nessuno sembra curarsi di loro. Quindi Abramo fa la grande domanda non cosi diversa da quella di Amleto : "Chi va là?" E interessa a qualcuno?
Come Willy Wonka i cui timori vengono alleviate quando un Charlie penitente gli restituisce il dono di una caramella speciale ("Così brilla un atto di gentilezza in un mondo stanco”) Presumibilmente Dio è sollevato che un umano abbia finalmente fatto la domanda che farà la differenza. "A me interessa," dice Dio, "e ora bisogna mettersi al lavoro. Ma non posso estinguere le fiamme da solo. Perciò dipenderò su di te.”
La lezione più importante di questo midrash è che gli antichi rabbini stavano lottando con il loro credere in Dio, e non c’è da stupirsi, quando consideriamo la dura realtà in cui si trovavano sotto il dominio dell’antica Roma. Per molti altri motivi, tra cui l’olocausto, anche noi spesso ci domandiamo sull’esistenza di Dio. Io proporrei che il nostro compito non è di trovare una risposta a questa domanda impossibile.
La domanda corretta non è “Esiste un Dio?” ma “A Dio interessa?” La risposta è realizzare che anche se crediamo in un Dio interessato-e io ci credo- siamo noi che dobbiamo aiutare Dio. Per parafrasare William Styron nel suo libro La Scelta Di Sophie, "Dove era Dio ad Auschwitz?" viene preceduta dalla domanda “Dove era l’umanità?"
"Che strano che Dio scelse gli ebrei” recita quello sciocco ritornello. La migliore risposta "Non è strano; gli ebrei scelsero Dio.” Può darsi, ma mi piace pensare che Dio scelse Abramo come leader per questa nuova impresa basandosi sul fatto che avesse fatto la domanda giusta. Perciò il richiamo di Abramo diventa il richiamo ad Abramo.
Purtroppo il mondo brucia ancora, a qualcuno interessa?
(Con permesso - https://reformjudaism.org/learning/torah-study/torah-commentary/ Tradotto dall’inglese all’italiano. L’autore non è responsabile per la traduzione.)