Riassunto:
Nella nostra porzione di questa settimana, Dio promette benedizioni ai figli d’Israele se questi rispettano la legge e avverte che vi saranno maledizioni per coloro che non osserveranno i comandamenti di Dio. In seguito vengono descritti doni fatti al santuario, per mantenere fede a giuramenti o per pia gratitudine.
Insegnamenti Della Haftarah - Geremia 16:19-17:14:
Nella nostra porzione di Torah di questa settimana, concludiamo il Levitico. Le sue ultime parole ricordando al popolo ebraico che obbedire alla parola di Dio sarà ricompensato con benedizioni e che la disobbedienza sarà punita con maledizioni. Nella nostra haftarah, Geremia riprende questo tema, dicendo al popolo che il favore di Dio è assicurato se esso prende la giusta decisione.
Questo messaggio è difficile. Nel nostro quotidiano vediamo che i malvagi sembrano benedetti mentre i buoni soffrono grandi mali. Nel corso delle generazioni ci siamo chiesti se le nostre azioni impattino sul mondo. C’è una ricompensa o una punizione? Non sembra esservi una correlazione tra fede, atti di bontà e risultati positivi. Rabbi Harold Kushner scrisse un bestseller in merito intitolato : “Quando Cose Brutte Succedono A Brave Persone.”
L’ebraismo Reform ebbe problemi con il messaggio di Geremia tratto dalla nostra haftarah di questa settimana. Come Rabbi Kushner, molti ebrei di oggi credono in un Dio che non agisce direttamente su eventi quotidiani e non interviene in ciò che succede nel mondo. L’ebraismo Reform era così convinto di ciò da togliere un paragrafo significativo del V’ahavta nel nostro siddur :
E cosi sarà, se obbedirai diligentemente ai miei comandamenti che ti dono quest’oggi, amare l’Eterno tuo Dio e servirlo con tutto il tuo cuore e la tua anima, io farò piovere sulla tua terra al momento opportuno, sia la pioggia prematura che quella tardiva, e raccoglierai il tuo grano, il tuo vino ed il tuo olio. E farò sì che cresca l’erba nei tuoi campi per il tuo bestiame, e tu mangerai e sarai sazio. Abbi cura affinché il tuo cuore non lasci la retta via e ti faccia adorare ed inginocchiare dinanzi a divinità straniere. Poiché allora l’ira dell’Eterno si abbatterà su di te, e Dio chiuderà i cieli in modo che non piova e la terra non darà più i suoi frutti, e presto perirai.
Per gli ebrei di oggi queste parole sono difficili da credere. La pioggia e la siccità non succedono a causa delle nostre azioni o delle nostre preghiere. Il mio professore e mentore, Rabbi Richard Levy, scrisse un interpretazione moderna di questo paragrafo della V’ahavta:
Se senti le parole del Sinai, allora l’amore scorrerà da noi; e serviremo tutto ciò che è sacro con tutto il nostro intelletto e la nostra passione e con tutta la nostra vita. Se serviamo tutto ciò che è sacro staremo facendo tutto ciò che gli esseri umani possono fare per far sì che ci sia la pioggia, che l’erba sia verde, che il grano sia dorato come il sole e che i fiumi siano pieni di vita. Tutti i figli di Dio mangeranno e ci sarà abbastanza per tutti. Ma se voltiamo le spalle alle parole del Sinai e finiamo per servire ciò che è comune e profano, divinizzando il nostro comfort o il nostro potere, alla perderemo la santità della vita ed il mondo sarà inospitale…
Geremia insieme ai teologi tradizionali insegnano che vi sono dirette conseguenze alle nostre azioni…pioggia o siccità, salute o malattia. Rabbi Levy ci ricorda che mentre le conseguenze in base a come viviamo non hanno effetto sulle piogge o la ricchezza dei nostri campi, hanno invece effetto sul nostro mondo. Il messaggio di Geremia ha rilevanza anche oggi. Chi siamo e come viviamo fanno la differenza nel nostro mondo.
Shabbat Shalom
Rabbi Donald Goor