La porzione di Torah che leggiamo durante Rosh Hashanah è una storia alquanto terrificante. In questa porzione Dio ordina Abramo di prendere suo figlio Isacco ed offrirglielo in sacrificio. Fortunatamente, all’ultimo momento, Dio ferma Abramo, ordinandogli di sacrificare un ariete al posto di suo figlio.
Secondo i rabbini, questa porzione era talmente importante che la scelsero come lettura per la mattina di Rosh Hashanah. Tradizionalmente la porzione in questione viene intesa come una prova della fedeltà di Abramo nei confronti di Dio. Abramo avrebbe obbedito agli ordini di Dio anche se l’ordine in questione fosse quello di sacrificare il proprio figlio? Sembra che Abramo abbia superato la prova, difatti la porzione recita: “Ora so del tuo timore di Dio, dato che non mi hai negato il tuo figlio prediletto.”
Per molti nella nostra tradizione la lezione di Akeidah è una di totale fedeltà a Dio. Secondo Maimonide , la porzione ci insegna che amiamo e temiamo Dio, facciamo ciò che Dio ci ordina. Secondo Maimonide, impariamo dalle azioni di Abramo per ciò che riguarda fino a che punto il nostro timore di Dio ci spinga ad agire.
Ad essere sincero, ho sempre avuto problemi con questa porzione. Perché dobbiamo sentire una storia del genere durante uno dei giorni più sacri? Quale Dio ci chiederebbe di sacrificare un nostro figlio? Mi sento meglio sapendo che altri commentatori nella nostra tradizione insegnano che la totale fedeltà a Dio non è la lezione impartita dal Akeidah. Difatti, questa porzione di Torah ci insegna di fare attenzione a ciò che Dio ci chiede, di mettere ciò in discussione e di pensarci due volte prima di seguire i suoi ordini.
Secondo certi interpreti, Abramo mise in discussione l’ordine Dio ed aveva diversi dubbi nei confronti della sua strana richiesta. Non si incamminò subito verso il monte Moriah. Difatti posticipò la sua partenza al mattino seguente. Fece delle domande e valutò le risposte. Voleva assicurarsi di aver pienamente compreso l’ordine di Dio prima di agire. Abramo non era ciecamente fedele-piuttosto la sua fede si basava su domande e risposte.
Si, la nostra porzione di Torah ci impartisce una lezione sulla fedeltà, ma non una fedeltà cieca, bensì una fedeltà basata sul significato e la comprensione. Proprio come Abramo fa fatica a determinare ciò che vuole Dio da lui, anche noi facciamo fatica a capire cosa significhi essere fedeli a Dio. L’Akeidat Yitzchak ci insegna a seguire gli ordini di Dio. Ciò nonostante, abbiamo il diritto, se non l’obbligo, di fare domande ragionevoli ed assicurarci di comprendere il significato e le conseguenze delle nostre azioni.
L’Shana Tovà
Rabbi Goor