Agosto 28:  Ki Teitze – Deuteronomio 21:10-25:19

Riassunto: Mosè fa un riassunto di una serie di leggi riguardanti la famiglia, gli animali e la proprietà. Vengono menzionate diverse leggi civili e penali, tra queste leggi sui rapporti sessuali, sul come interagire con in non-Israeliti ed anche quelle sugli affitti, i voti matrimoniali ed il divorzio. Questa parashah si conclude con il comandamento di ricordare uno dei crimini più esecrabili commessi contro gli Israeliti, ovvero l’uccisione degli anziani, dei deboli e dei malati da parte di Amalek, dopo che gli Israeliti lasciarono l’Egitto.

Insegnamento: La Torah ci pone davanti comandamenti positivi e negativi. “Non uccidere” e “Non Rubare” sono esempi di comandamenti negativi.  “Ama il tuo prossimo come te stesso” oppure “Osserva lo Shabbat e mantienilo sacro” sono esempi di comandamenti positivi.  Questa porzione settimanale ci insegna qualcosa di molto importante, ovvero che gli ebrei non possono rimanere indifferenti. Questo concetto ci viene insegnato tramite comandamenti positivi e negativi che non sembrano collegati ma che alla fine servono sempre come monito a non rimanere indifferenti.

L’indifferenza è una via facile da seguire.  Quanto spesso vediamo qualcuno che ha bisogno di aiuto? Magari qualcuno sul ciglio della strada che ha bucato oppure una persona anziana che ha paura ad attraversare la strada? Quante volte ignoriamo silenziosamente una battuta che utilizza stereotipi o insulti di persone di razza, religione, sesso o orientamento sessuale diverso dal nostro? Quanto volte abbiamo incrociato un mendicante e non gli abbiamo dato nulla, o un senzatetto o un immigrato e abbiamo finto di non vederli? In queste situazioni ed in altre siamo tentati di non fare nulla. Può darsi che faccia parte della natura umana essere indifferenti; potrebbe risultare naturale ignorare ciò che ci circonda. Per natura agli esseri umani non piace cambiare le cose!

La porzione di Torah di questa settimana ci invita ad andare oltre il compiacimento personale e ad essere coinvolti. “Se vedete il bovino o la pecora del vostro vicino allontanarsi non ignorate questo fatto, dovete riportarli al loro proprietario”. I rabbini si soffermano su questo concetto e ci insegnano che esso va oltre agli animali del nostro vicino ma che anche i loro vestiti, e qualsiasi oggetto di loro proprietà che venga perduto, vanno restituiti al legittimo proprietario.  Tutte queste cose fanno parte del comandamento positivo “Non devi rimanere indifferente.”

Oltre a questo comandamento positivo, impariamo la medesima lezione tramite un comandamento negativo. Nessun Moabita o Ammonita potrà mai far parte del popolo d’Israele “perché non vi hanno dato il benvenuto con cibo ed acqua durante il vostro viaggio (nel deserto) dopo aver lasciato l’Egitto.”  Perché non è permesso ai Moabiti o agli Ammoniti diventare ebrei? Perché non mostrarono empatia o preoccupazione durante un periodo cruciale. Gli ebrei si trovarono nel deserto del Sinai senza cibo né acqua, e loro rimasero indifferenti. Questo comandamento negativo è un monito a non diventare come loro.

 Questi comandamenti, sia positivi che negativi, ci invitano ad andare oltre l’indifferenza ed il nostro egoismo. Una persona che si considera religiosa e che non può dedicare un momento ai bisogni di altri esseri umani dimostra di avere una fede alquanto superficiale. E’ facile giustificare il farsi i fatti propri dal nostro punto di visto, ma dal punto di vista di Dio la vita è un continuo discorso di preoccupazione spirituale. Ci viene comandato di non rimanere indifferenti. In quanto agenti di Dio sulla terra, dobbiamo abbracciare la sua prospettiva e preoccupazione per la vita umana. Abbiamo il compito di prenderci cura di ogni essere vivente.

Shabbat Shalom

Rabbi Donald Goor