20 Agosto Shoftim – Deuteronomio 16:18-21:9

Riassunto: Nella nostra porzione settimanale di Torah, Mosè prosegue con il suo riassunto delle leggi divine in preparazione all’ingresso degli Israeliti nella terra promessa. Mosè condivide leggi riguardanti sia il sacro che il secolare. Agli Israeliti viene detto che, indipendentemente dalla situazione, dovrebbero sempre perseguire la giustizia, in modo da essere degni della terra donata loro da Dio. Al popolo viene detto di evitare la stregoneria o la magia, ovvero le pratiche aberranti dei loro vicini idolatri. Dio dice che se un Israelita dovesse erroneamente uccidere un altro Israelita dovrebbe cercare asilo in una delle tre città rifugio designate. Vengono inoltre introdotte le leggi da seguire durante i periodi sia di pace che di guerra. 

 Insegnamento: A volte le leggi presenti nella Torah sembrano fatte a caso e ci troviamo a chiederci il perché di una certa legge. Perché una certa legge compare in questo momento?  Nella nostra porzione settimanale, durante la discussione sulle leggi in tempi di guerra, Mosè si rivolge al popolo dicendo : “Quando siete in guerra contro una città dovete assediarla per molto tempo. in modo da conquistarla, non dovete distruggere i suoi alberi con le vostre asce. Cibatevi dei loro frutti, ma non abbatteteli”.  In un commento in cui sembra mostrare pietà per gli alberi, Mosè aggiunge la domanda :  “Sono gli  alberi come gli esseri umani, capaci di potersi nascondere dietro le mura della città assediata?” Quando il popolo ebraico si trova nel mezzo di una guerra contro un’altra città, in cui presumibilmente costerà molte vite, bisognerebbe preoccuparsi della sensibilità degli alberi?

Nel caso uno pensasse che questa sensibilità verso gli alberi sia solo applicata ai periodi bellici, vi sono commenti rabbinici più avanti riguardanti il discorso della mitzvah per ciò che concerne tutte le forme di distruzione sprecona nel concetto di  bal tashchit – non distruggere.  

Spesso pensiamo che questo tipo di mentalità sia solo applicabile ai giorni nostri, ma la parasha di questa settimana ci insegna che l’attenzione verso l’ambiente è un’antica priorità ebraica. Leggiamo qui della preoccupazione per gli alberi, e nel libro dei Salmi il messaggio è ancora più profondo: “La terra appartiene a Dio in tutta la sua interezza insieme a coloro che la abitano”; Questo antico insegnamento ebraico è anche presente in maniera molto eloquente nella cultura dei Nativi d’America: “Insegnate ai vostri figli ciò che abbiamo insegnato ai nostri, la terra è nostra madre. Qualsiasi cosa succeda alla terra, succederà ai figli della terra.” 

Il libro dei Salmi e questo insegnamento dei nativi americani portano avanti un discorso teologico: la terra è un dono di Dio agli uomini. Ibn Ezra, un grande commentatore rabbinco del Medioevo, impartisce la stessa lezione sotto altra forma. Egli è assai pragmatico quando dice che gli alberi donano frutti, necessari a noi per nutrirci. Abbattere un albero significa fare del male a noi stessi. Gli esseri umani non dovrebbero distruggere il loro ambiente perché la sua distruzione risulterà nella loro distruzione.

L’importanza che la cultura ebraica dà all’ambiente è anche evidente nel’insegnamento talmudico da parte di Rabbi Yochanan ben Zakkai. Questi ci insegna che se si sta piantando un albero e ci venisse detto che il Messia, il messaggero di una nuova era di pace nel mondo, è arrivato, non si dovrebbe smettere il lavoro. “Prima “ dice Rabbi Yochanan, “finite di piantare l’albero, poi uscite a salutare il Messia.”

 La nostra porzione ci insegna, ed i nostri rabbini sono d’accordo, che il proteggere la terra è una mitzvah. Trovo fantastico che la tradizione ebraica di preoccupazione per l’ambiente abbia avuto origine in un tempo in cui lo sfruttamento del pianeta ed il danno che ciò può arrecare non erano nemmeno considerati. Possiamo essere fieri che la nostra tradizione vide e continua a vedere la terra come un dono da parte di Dio e che l’umanità è responsabile in quanto compagni di Dio nel sostegno dell’equilibrio ecologico. Migliaia di anni fa ci venne insegnato di aver bisogno di una terra sana in modo da poter vivere vite sane. La responsabilità di assicurare un futuro tramite la cura della terra è molto più importante di qualsiasi promessa di pace, anche se questa venisse portata dal Messia.  Dobbiamo impegnarci a preservare e proteggere l’ambiente in modo da assicurarci che il genere umano possa sopravvivere.

Shabbat Shalom

Rabbi Don Goor