Venerdì 3 luglio Parasha Balak

Nella porzione di Torah di questa settimana, il re Balak ed il suo popolo di Moab temono i figli d’Israele. Balak chiede al profeta Balaam di maledire i figli d’Israele in modo da indebolire le loro forze militari così da non riuscire a sconfiggere l’armata Moabita.

Re Balak chiede del profeta due volte-ma Balaam non risponde. Al terzo richiamo, Balaam apre bocca e invece di maledire gli Israeliti, pronuncia le parole che compongono la nostra preghiera mattutina:  Mah tovu ohalecha Yaakov- mishkinotecha Yisrael…”Che belle sono le tue tende, O Giacobbe, le tue dimore, o Israele…”  E’ una storia affascinante di una leadership mediocre, giudizi erronei, oppure di semplice disperazione che porta il re a tentare la stessa soluzione e a costantemente fallire.

Spesso ci troviamo nella “trappola di Balak.” Cercando di fare le stesse cose ed aspettandoci un risultato diverso. Quali sono esempi di questo comportamento?  Beh, piani di dieta ad esempio. Ogni primo di Gennaio, l’inizio dell’anno secolare, veniamo invasi da pubblicità alla televisione, alla radio e anche su Internet, in cui ci viene detto che QUESTA è la dieta che ci permetterà di perdere 5, 10, 15 chili. Ovviamente una volta persi quei chili di troppo, sarai una persona più felice, amichevole e di maggior successo-proprio come quelle modelle sorridenti che vediamo nelle pubblicità, e secondo me queste non hanno mai fatto un giorno di dieta in vita loro.

Quindi proviamo le varie diete proposteci e cosa succede? Si incominicia con la dieta e si finisce un paio di settimane dopo a mangiare del gelato sul divano. E ci si sente male. Questo è “l’effetto Balak”- il tenatare le stesse cose di continuo aspettandosi un risultato diverso. (Alcuni dicono che Einstein abbia definito questo comportamento un sintomo di pazzia, ma non ci sono prove che lo abbia mai detto).

Quando siamo in giro in macchino a Tel Aviv, siamo vittime de “l’effetto Balak”. Ci mettiamo alla ricerca di un parcheggio e continuiamo a fare lo stesso giro dell’isolato, perchè non si sa mai che il genio dei parcheggi abbia miracolasamente creato uno spazio per la nostra auto. Giriamo in tondo alla ricerca di quel posteggio.

 “L’effetto Balak” va oltre la dimensione del personale e può essere applicato alla sfera pubblica e degli affari internazionali. Qui in Israele e in gran parte del Medio Oriente ci troviamo nel pieno di questo effetto nella violenza che porta a violenza che genera solo altra violenza. Un “effetto Balak” ben più pericoloso di un piano dietetico-ma il teorema è lo stesso.

Come possiamo districarci da questo circolo vizioso? Come possiamo mettere fine a queste cattive decisioni oppure all’incapacità di prendere una decisione e decidere di girare in tondo?

Non posso dare una soluzione unica a come uscire dall” “effetto Balak”, dato che siamo tutti diversi. Ma posso condividere la mia personale esperienza da come ne sono uscito. Quando io e Don siamo in macchina alla ricerca di quel posteggio inesistente, cambiamo direzione.  Sembra semplice-ma ti riorienta completamente e mette te e la tua auto in un luogo diverso.

E per quanto riguarda la situazione in Medio Oriente? Come mai non si è riusciti a trovare una soluzione? Secondo me, è perchè i diretti coinvolti non hanno mai cambiato il loro approccio, e quindi non sono emersi nuovi pensieri. I nostri politici ed i nostri diplomatici non hanno mai cambiato direzione. Non hanno cambiato il loro pensiero e quindi non sono usciti dal cerchio.

Ovviamente i cambiamenti richiedono tempo. Accadono poco a poco. Lentamente, ti rendi conto che devi cambiare strada. Ti rendi conto che un modo diverso di approcciare il cibo e la nutrizione ha più vantaggi che seguire la dieta del momento.

Nel bestseller “Atomic Habits” di James Clear, l’autore spiega come siano i piccoli passi-una alla volta-che portano ad un grande cambiamento. Possiamo fermare “l’effetto Balak” –dobbiamo semplicemente cominciare un passo per volta.

Questo Shabbat, prendiamoci un momento per riflettere sui cambiamenti che possiamo effettuare. E cosa possiamo fare passo dopo passo, momento dopo momento.

Shabbat Shalom

Cantor Evan Kent