Parasha della settimana Beresheet , 16 Ottobre 2020

La prima istanza del settimo giorno visto come giorno di riposo si trova nella parasha di questa settimana. Dio lavorò per 6 giorni in cui creò il mondo ed il settimo giorno cessò di lavorare. La parola Shabbat viene della parola ebraica che significa “cessare”.

Il settimo giorno come giorno di riposo non viene più menzionato finché gli Israeliti non giungono presso il Sinai. Presso il Sinai, lo Shabbat diventa un simbolo del patto fra Dio ed Israele. In “Esodo” leggiamo che "Esso è un segno perpetuo fra me e i figli d’Israele; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli e la terra, e il settimo giorno cessò di lavorare, e si riposò". (Esodo 31:17) Il concetto di Shabbat in quanto giorno di riposo venne allargato per includere un periodo di rinfresco e di rinnovo.

Il significato essenziale di Shabbat era di cessare di lavorare, ma come si definisce il concetto di lavoro? In “Numeri”, un uomo viene accusato di non rispettare Shabbat perchè quel giorno raccolse legna. Durante l’epoca rabbinica, i saggi ebrei codificarono le restrizioni sul lavoro durante Shabbat. Identificarono 39 azioni considerate “lavoro” e queste furono inserite nella Mishna. Le azioni considerate “lavoro” (e quindi proibite di Shabbat) includono: qualsiasi tipo di lavoro agricolo, la filatura, la tessitura, la cucitura, la caccia, la macellazione, accensione di fuochi, ed il trasporto. Nel corso dei secoli la definizione di lavoro venne allargato per rispecchiare i tempi attuali e le invenzioni che ne conseguirono. Le restrizioni di Shabbat ora includono il divieto di fare affari, toccare soldi, scrivere, stracciare carta, fumare, accedendere luci, usare il telefono, usare il televisore, usare il computer, viaggiare e portare oggetti

Lo Shabbat gioca un ruolo importante nella tradizione ebraica e nei suoi riti. La settimana rappresenta un crescendo verso Shabbat ed è per Shabbat che: intoniamo alcune delle nostre più belle melodie, recitiamo poersie e preghiere che glorificano e santificano il giorno più sacro, e prepariamo cibi che sono unici alla tavola di Shabbat.

Si potrebbe vedere l’osservanza di Shabbat come una serie di divieti, di ciò che ci è probito fare. Ma se ci concentrassimo non su ciò che ci è proibito fare ma su ciò che possiamo fare per rendere lo Shabbat un momento speciale e sacro?

Cosa possiamo fare durante Shabbat per renderlo un giorno pieno di significato e compimento? E’ il giorno in cui andiamo a trovare i nonni? E’ il giorno in cui ci troviamo con le nostre famiglie per pranzo o cena? E’ il giorno in cui ci impegniamo in un progetto di  tzedakah?  Forse è il giorno in cui esploriamo il mondo che ci circonda, andiamo a fare trekking, un giro in bicicletta o camminiamo lungo la spiaggia. Per me lo Shabbat comincia presto il venerdi mattina.

Il venerdi mattina, prima di uscire ad allenarmi, inzio a preparare la Challah. Questa per me è quando Shabbat ha inzio. Dopo aver dato da mangiare ai miei gatti, quando c’è ancora silenzio in casa ed i rumori della città non si sono ancora manifestati, apro la dispensa e tiro fuori gli ingredienti che utlizziamo per fare la Challah: lievito, farina, sale, olio, acqua e zucchero. Prima di prepare la Challah, unisco le mani ed il mio cuore vola verso le generazioni e le tradizioni che mi hanno preceduto. Il semplice antico atto di mischiare, impastare e lievitare mi danno momenti per meditare e pensare al passato, concentrarmi sul presente, ed immaginare come sarà il futuro. Penso alle mani nodose di mia nonna mentre impastava la Challah sul suo piano di lavoro di legno, apparentemente capace di miracolsamente trasformare una montagnetta di farina in una bellissima pagnotta intrecciata.

Tradizionalmente, la Challah viene intrecciata o impastata in forme associate con il cambio delle stagioni e delle feste. Una Challah con tre intrecci simbolizza la verità, la pace e la giustizia. Pagnotte circolari, che quindi non hanno né un inizio né una fine, vengono fatte per Rosh HaShanah, per simboleggiare la continuità della festa. Di Purim, vengono fatte pagnotte triangolari per simboleggiare le orecchie di Haman, e Challah dolci fatte con miele e uvetta vengono fatte durante la stagione festiva per portare gioia e felicità.

Domenica 18 Ottobre alle 10, ci troveremo come comunità e prepareremo della Challah con “The Challah Prince”- un esperto di Challah israeliano residente a Berlino. Vi invito ad unirvi a noi per esplorare il concetto di Challah, la sua storia ed il folclore che la circonda. E mi auguro che inizierete la tradizione di cucinare questo pane storico come rito preparatorio per festeggiare Shabbat.

Shabbat shalom