La porzione di questa settimana inizia con kedoshim tihiyu, tu sarai sacro, perché io, tuo Signore Iddio sono sacro. Quindi Dio è sacro e, conseguentemente, il popolo d’Israele dovrebbe, potrebbe o deve essere sacro per diritto - tutto questo dipende da come si traduce il verbo. Il medesimo discorso si può fare per ciò che concerne la terra d’Israele.
Durante il mio periodo in marina in Grecia, lavorai in una base dove il personale aveva ruoli elevati, a volte “top secret”. Conseguentemente, era necessario avere dei permessi speciali per viaggiare in determinati posti o paesi considerati “a rischio”. Negli anni ’70 Israele era uno di questi paesi.
Quando mi trovai responsabile nel monitorare queste autorizzazioni, scoprii che un prete cattolico che lavorava nella nostra base aveva organizzato e condotto diversi viaggi in Israele per molti anni, ma nessuno dei partecipanti aveva mai richiesto o ricevuto le specifiche autorizzazioni per intraprendere questo viaggio. Quando parlai con il prete di questo problema, lui mi disse: “Non abbiamo bisogno di autorizzazioni, non stiamo andando in Israele, stiamo andando in terra santa.” Gli spiegai che vi era un’entità politica chiamata Israele e dato che la persona responsabile della sicurezza era ebreo, anche lui doveva riconoscere questo fatto.
La Bibbia ebraica chiama Israele con il nome di admat hakodesh, la terra santa (Zecehraiah 2:16) e questa terra è sacra per quattro delle religioni più grosse al mondo. Non dobbiamo inoltre dimenticare che mercoledì scorso abbiamo festeggiato il 71-esimo anniversario dalla nascita dello stato d’Israele.
Oggigiorno ci sono persone che cercano di ignorare, minimizzare o cancellare questo fatto, ma grazie a Dio, ohd yisrael chai – Israele vive ancora e, indipendentemente dai suoi problemi, è l’unico stato ebraico su questo pianeta e rimane una forte e libera democrazia.
Quando la Torà descrive la terra come sacra - come ho cercato di spiegare nel mio blog precedente - ovvero kadosh, significa che questa terra è stata riservata per un rapporto speciale. Sia la Bibbia che la tradizione ebraica lo descrivono come un rapporto fra Dio e la terra. La storia ebraica rappresenta una testimonianza di questo rapporto continuativo tra la gente e la sua terra.
Un rapporto può essere vicino o distante, positivo o negativo, intenso o indifferente, appassionato o distaccato, forte o distruttivo, ma se ci si trova in un rapporto, il collegamento è vero e costante. Così è stato per noi dall’anno 70 dell’era attuale.
Personalmente non ho mai vissuto senza la realtà di uno Stato ebraico, e cerco sempre di non dimenticare l’importanza e la benedizione di questo fatto. Durante questo Shabbat, il più vicino a Yom Ha’atzmaut –possiamo o dobbiamo prenderci un momento per ricordare con preghiere il nostro rapporto continuativo con una terra santa e lo Stato ebraico. E allo stesso tempo, ringraziare coloro che hanno lavorato per far si che lo stato d’Israele divenisse una realtà. Non dimentichiamo tutti coloro che – a loro modo- lavorano tutt’ora per sostenere il paese tramite il loro lavoro, il contributo, il servizio, il sacrificio e tramite la loro creatività.
Shabbat Shalom
Rabbi Whiman