La porzione della Torah di questa settimana è piena – per usare le parole della vecchia Haggadah della Maxwell House – di segni e miracoli, di piaghe e presagi. La Parashat Vaera narra le prime sette delle dieci piaghe inviate contro l’Egitto.
La settima fu la piaga della grandine. Ma non si trattò di un evento meteorologico ordinario. La Torà lo descrive come ghiaccio con all’interno lampi di fuoco. Cosa che, naturalmente, portò i rabbini a porsi delle domande.
Come potrebbe essere? Fuoco nel mezzo di grandine? Il fuoco non scioglierebbe il ghiaccio, o al contrario il ghiaccio sciolto non spegnerebbe il fuoco? La loro conclusione: i due elementi fecero pace per svolgere il volere del loro Creatore.
I rabbini diedero due esempi simili. Indicarono la pratica di far galleggiare un sottile strato d’acqua sull’olio utilizzato nelle lampade della casa di studio. Far passare uno stoppino attraverso i due elementi in opposizione faceva sì non solo che l’olio durasse più a lungo, ma anche che la luce della lampada fosse più luminosa.
In maniera simile notarono che, quando un melograno matura, i semi si espandono e fanno pressione verso l’esterno, proprio come la buccia del frutto si ritira e preme verso l’interno. Le due forze contrastanti, secondo il loro modo di pensare, rendevano il succo così squisitamente sano e dolce.
Scrivo questo episodio del mio blog settimanale da Essaouira, sulla costa atlantica del Marocco. Essaouira per molte centinaia di anni è stata una città fiorente ed importante. Sembra che nel 19° secolo inoltrato questa città fosse circa al cinquanta per cento ebraica. Chi lo sapeva?
C’è stata una lunga tradizione di tolleranza religiosa e rispetto reciproco in Marocco. La porta principale per entrare ad Essaouira reca i simboli delle tre fedi abramitiche scolpiti in bella vista nella costruzione in pietra: la croce, la mezzaluna e la stella a sei punte. Un ulteriore esempio di come, quando elementi apparentemente contraddittori fanno pace per svolgere il volere del loro Creatore, il risultato sia inevitabilmente illuminante, incoraggiante e decisamente dolce.
La storia degli ebrei del Marocco si estende per molte migliaia di anni – alternando periodi di prosperità con altri di persecuzione, ma in generale in un regno straordinariamente tollerante. Durante la Seconda guerra mondiale, quando il governo francese di Vichy ordinò a Mohammed V di consegnare i sudditi ebrei, il re rifiutò. Chi lo sapeva?
Viviamo in un mondo che sempre più ci obbliga a scegliere o l’uno o l’altro, costantemente con lo sforzo di imporre un’opzione, un’idea o una prospettiva su tutte le altre. Non deve essere così. Quando idee differenti, apparentemente contraddittorie trovano il modo di conciliarsi tra loro, il risultato di solito è più vantaggioso per tutte le parti coinvolte. E il risultato, direi, riflette in modo più accurato il volere del nostro comune Creatore.
I miei migliori auguri per un felice Anno Nuovo civile e Shabbat Shalom.
Rabbi Whiman