Shabbat Tetzaveh 15 Febbraio, 2019

La parte della Torà di questa settimana descrive il vestiario raffinato indossato da Aronne e dai sacerdoti durante il lavoro svolto al tabernacolo. Credo che non sia un caso che Ia lettura della Parashat Tetzaveh coincida quest’anno con la “Settimana Moda Uomo Milano.”

I vestiti di Aronne erano qualcosa di spettacolare da vedere, dimostrazione tangibile del suo ruolo importante nel mondo religioso Israelita. Il suo pettorale - incastonato con dodici pietre preziose, una per ognuna delle dodici tribù d’Israele – era una testimonianza sartoriale che Aronne stava agendo per conto dell’intera comunità.

In quanto sommo sacerdote, Aronne indossava anche quello che la Bibbia chiama un “sacro diadema”, un ornamento d’oro su cui erano incise le parole kadosh l’adonai, sacro al signore. Sicuramente questo ornamento era per ricordare al popolo che Aronne stava ottemperando ad una sacra richiesta.

Collegato ad un cordoncino blu, il sacro diadema veniva indossato sulla fronte, centrato in mezzo agli occhi. Ma perché proprio lì?

Posizionando il diadema sulla fronte, lo avrebbe reso visibile ad altri, ma ho il sospetto che sia stato posizionato lì in modo che Aronne non lo potesse vedere.

Potere, autorità, posizione, sono necessarie ma strumenti altamente pericolosi quando utilizzati dagli esseri umani. Si trovano sempre sull’orlo dell’abuso. Il potere - che sia religioso, politico, economico, organizzativo o familiare - andrebbe sempre utilizzato con una buona dose di umiltà. Ho il sospetto che il non poter vedere il diadema sia stato un monito ad Aronne di non lasciare che tutto questo potere gli andasse alla testa.

Il potere corrompe, soprattutto quando coloro che lo possiedono non hanno altro fine che quello di mantenerlo, dimenticando e sovvertendo anche le cause sacre che in origine li ha portati a ciò.

Il potere utilizzato con arroganza è una miscela mortale, dato che gli esseri umani spesso e volentieri hanno la tendenza a sbagliare. La vita può quindi essere compresa come un costante banco di prova di come gestiamo il potere e l’autorità che abbiamo sugli altri. Se utilizzato con sensibilità e con una buona dose di umanità, anche le nostre azioni possono essere interpretate come “sacre al signore.”

Shabbat shalom

Rabbi Whiman