La Torà dedica un capitolo intero alla creazione dell’universo, tre alla rivelazione sul Monte Sinai e ben tredici alla costruzione del tabernacolo, simile ad una tenda, che rappresentò un santuario che gli Israeliti costruirono e portarono con loro durante i loro 40 anni di pellegrinaggio nel deserto. Lo spazio dedicato a questa costruzione sembra un po’ sproporzionato.
I rabbini ci raccontano che il comandamento che più sorprese Mosè fu quello contenuto nella parte di questa settimana: “Costruiscimi un mishkan, un santuario che io possa visitare e condividere con voi.”
I rabbini immaginano che la reazione di Mosè fu di rispondere: “Signore dell’universo, non capisco. Se i cieli non sono in grado di contenere la tua gloria, per quale motivo potrebbe servirti uno stanzino di 10 x 30 cubiti (mishkan)?” E Dio avrebbe risposto “Caro Mosè, non è come pensi tu. Il mishkan non è per me. È per te. Tu compi il gesto e io garantirò la mia presenza e verrò tra di voi.” Ed è per questo che il tabernacolo, e per estensione il tempio e la sinagoga che gli faranno seguito, giocano un ruolo così importante nell’ebraismo.
Notate la parola “motivo” nel paragrafo precedente. Mosè e la sua gente sarebbero riusciti a trovare un grande numero di motivi per cui non era importante dedicare tempo e risorse nella costruzione di un mishkan. Proprio come noi potremmo trovare diversi motivi per non partecipare attivamente alla vita in sinagoga. Troppi impegni, un calendario pieno. Disagi. Preoccupazioni famigliari ed altri obblighi…
Le scuse sono molteplici e spesso poco valide. Sono motivi per cui non si festeggia Shabbat, non si viene ai servizi o non si presta aiuto quando la comunità lo richiede.
Paragonando il discorso del mishkan con la sinagoga, credo che Dio direbbe “Queste cose, questi ritrovi, queste feste, questi gruppi di studio ed incontri non sono per me. Sono per voi. E mettendo da parte il motivo per cui non farli, ricordatevi che non vi sto chiedendo di eguagliare la pienezza della mia dedizione e della mia attenzione per voi. Voi fate il gesto e io sarò con voi.”
La parte della Torà di questa settimana ci dice che fu necessario tutto il tempo, il talento ed i doni di tutta la comunità Israelita per far si che il mishkan divenisse una realtà. Lo stesso vale per tutte le comunità ebraiche. In quanto individui dobbiamo solo fare il gesto. E questo è più che un valido motivo per cui tutti noi dovremmo fare ciò che possiamo.
Shabbat shalom
Rabbi Whiman