Parashat Toldot – Genesi 25:19−28:9 20 novembre 2020

Toldot – Genesi 25:19−28:9

Riassunto:

Nella nostra porzione di Torah questa settimana, Rebekah dà alla luce due gemelli, Esaù e Giacobbe. Più avanti nella porzione, affamato dopo una battuta di caccia, Esaù concede a Giacobbe il diritto di primogenitura in cambio di un po’ zuppa. Più avanti ancora, ormai prossimo alla morte, Isacco si prepara a benedire Esaù, il suo primogenito. Isacco viene ingannato da Giacobbe e da Rebekah, così che è Giacobbe a ricevere la benedizione. Esaù minaccia di uccidere Giacobbe, il quale fugge verso Haran 

Insegnamento:

Evan ed io abbiamo la menorah di Hannukah preferita su uno scaffale a casa nostra. Me la diede mio padre prima di morire e mi sussurrò all’orecchio che si trattava di un’opera d’arte, il cui valore si aggirava attorno ai $35,000.  Wow.  Sono tanti soldi. Quando siamo andati per farla stimare risultò essere una replica, e quindi il suo valore era ben lontano dai potenziali $35,000 attribuitele da mio padre. Mi rendo conto, guardando questa menorah sul mio scaffale, che il suo valore monetario non è importante. Questa menorah di Hannukah ha valore perché è un dono di mio padre prima di morire.

Quando ci guardiamo attorno, vediamo che vi sono diversi oggetti di nostra appartenenza che hanno un valore sentimentale che va ben oltre il loro valore monetario. E’ importante conoscere questa differenza.  

Siti web come Ebay e Craigslist sono pieni di di oggetti personali in vendita da parte di proprietari che potrebbero essere angosciati, se non addirittura addolorati, a venderli. Molta gente vende oggetti personali. Pubblicità che promuovono lo scambio di oro verso denaro sono ovunque. Tutto sembra negoziabile. 

Nella nostra porzione di Torah, Tol'dot, Esaù torna a casa disperatamente affamato in seguito ad una lunga battuta di caccia e finisce per vendere i diritti della sua primogenitura per nulla, senza considerarne nè il valore sentimentale nè reale. La Torah descrive Esaù come un uomo che agisce in fretta, credendo di trovarsi in circostanze disperate.  

Nelle culture antiche la primogenitura era un privilegio speciale dato al primogenito maschio di qualsiasi patriarca. Con la morte del padre, il primogenito riceveva una “doppia porzione” di eredità, il doppio rispetto a ciò che avrebbero ricevuto i suoi fratelli. Questa eredità non era di natura economica, era di comando. Avere la primogenitura significava diventare il nuovo patriarca della famiglia. Significava dominare sui propri fratelli, e la linea padronale sarebbe continuata attraverso il primogenito. In sostanza, il diritto di primogenitura nacque per assicurare il futuro della famiglia.

Le azioni di Esaù ci portano a chiederci: Vi sono cose che non vendereste mai, nonostante le circostanze? Se la vostra situazione divenisse talmente difficile da trovarvi ad un bivio tra il baratro ed una decisione molto difficile, cosa non vendereste, indipendentemente dal danno che vi potrebbe arrecare?  

Ci sono certe cose che non dovrebbero mai essere in vendita, ad esempio l’integrità, o la libertà o l’amore, queste cose non dovrebbero avere un prezzo, e nè dovrebbe avere un prezzo il corpo di un essere umano.

La storia di Giacobbe ed Esaù ci ricorda che certe cose non dovrebbero essere in vendita e quella decisione impulsiva, fatta durante un periodo di ansia, potrebbe avere risultati devastanti nel futuro. Vi sono diversi esempi di come questo evento si ripete nella storia e nelle nostre comunità.  

-L’uomo d’affari che compromette la propria integrità per fare profitti più alti, quando a farne le spese sono i salari ed il trattamento dei suoi impiegati.

-Il leader rispettato che vende la propria carriera e la sua famiglia per il piacere momentaneo di una relazione extraconiugale.

 -L’adolescente che rovina il proprio futuro facendo uso di stupefacenti solo perché “lo stanno facendo tutti.”

-L’autista che ignora il buon senso mettendosi dietro al volante dopo una serata “alcolica” e finisce per distruggere una vita in un incidente stradale.

Vi è sempre un motivo per cui ci si vende. La domanda è se ci stavamo pensando bene prima di farlo. La domanda ultima è: Cosa determina il valore di ciò che stiamo per vendere ed il valore di ciò che siamo? Lasceremo che siano Dio e la nostra tradizione a guidarci o permetteremo alle circostanze di determinare la nostra decisione di fare qualcosa di cui sentiamo di avere bisogno? Vi sono valori che non hanno prezzo, l’integrità innanzitutto. 

La storia di Giacobbe ed Esaù ci ricorda che tutto ha valore-sia sentimentale che reale-e che tutto può o potrebbe essere venduto. Ci ricorda anche di non prendere Giacobbe ed Esaù ad esempio. Vi sono cose che non andrebbero vendute. Vale la pena preservare la nostra integrità per noi stessi e per i nostri figli, a qualsiasi costo!

Shabbat Shalom

Rabbi Donald Goor