La porzione di Torah di questa settimana è doppia, dato che leggiamo le porzioni delle Matot (tribù) e di Maasei (viaggi). Queste due porzioni portano a termine il libro “Numeri” (conosciuto in ebraico con il termine “Bamidbar” –nel deserto) e ci portano al quinto libro della Torah : Deuteronomio
Queste due porzioni di Torah trovano gli Israeliti prossimi a terminare il loro viaggio di quasi 40 anni nel deserto e sempre più vicini a raggiungere la terra promessa. Tutto ciò rappresenta la tipica storia dell’immigrato: il lasciare una casa alla ricerca di una nuova, incontrando nel corso del proprio viaggio difficoltà, battaglie (sia emotive che fisiche), e grandi vittorie.
Il viaggio israelita ebbe luogo migliaia di anni fa, ma la nostra storia da immigrati, i nostri viaggi personali o quelli dei nostri nonni o addirittura dei nostri bisnonni furono ben più recenti. Proprio come la Torah racconta la storia del nostro popolo, ed è nostro compito ricordarla, è altrettanto importante ricordare le nostre storie personali.
Molti di noi sono immigrati: abbiamo lasciato un certo posto e siamo finiti dove ci troviamo attualmente. La mia famiglia ad esempio, lasciò la Russia e giunse negli Stati Uniti all’inizio del ventesimo secolo. La loro è una storia fatta di difficoltà, povertà. antisemitismo e speranza.
Anche i vostri viaggi potrebbero essere verso la fede. Forse non siete nati ebrei, ma avete ora scelto di abbracciare le tradizioni, leggi, costumi, preghiere e feste ebraiche. Forse siete nati ebrei, ma il vostro attuale viaggio vi ha portato su un sentiero di miglior comprensione riguardo le tradizioni, i costumi, la filosofia e la teologia.
Qualunque sia il vostro viaggio, questo va celebrato. Iniziare un viaggio di qualsiasi tipo richiede fede nell’attraversare l’ignoto. Raccontate la storia del vostro viaggio e scoprite il viaggio di coloro che vi hanno preceduto, poiché entrambe fanno parte di chi siete oggi. Queste storie diventano la nostra Torah personale e se siamo fortunati e benedetti, queste storie verranno raccontate per generazioni.
Con la fine di Maasei, abbiamo raggiunto la fine di “Numeri”, e terminata la lettura, la congregazione recita: Chazak, chazak v’nitchazeik…Sii forte, sii forte e sarai rinforzato.
Che tutti noi possiamo essere benedetti e rinforzati nei nostri viaggi incredibili e meravigliosi.
Shabbat shalom.
Cantor Kent