Shabbat Vayeira 15 Novembre, 2019

“Noè era un uomo retto, senza colpe nella sua generazione.” Da subito la Torà ci rende note le qualità di Noè e ci spiega perché Dio volesse che lui e la sua famiglia entrassero nell’arca. Non si può dire lo stesso di Abramo. Inizialmente non ci viene detto perché Abramo fu scelto né quale fosse il motivo del suo necessario trasferimento a Canaan. Ci vengono solo dette le promesse e le conseguenze nel caso Abramo fosse stato fedele al richiamo di Dio – diventerà il famoso padre di una grande nazione ed una benedizione - ma non sappiamo perché Dio vuole che vada o perché Abramo fu scelto per questa missione.

Le risposte a queste domande si possono trovare sette capitoli più tardi, nella porzione di Torà di questa settimana, all’interno della storia di Sodoma e Gomorra.

Dio vuole distruggere queste due malvagie città, ma dice: “Devo tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare? Poiché io l'ho scelto perché egli obblighi i suoi figli, e la sua famiglia dopo di lui, a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso” Da questo segue che forse furono le capacità di insegnante che catturarono l’attenzione di Dio. Sembra che Dio abbia un debole per gli insegnanti. Da notare che sono la giustizia e la correttezza le materie da insegnare, e il fare e il mantenere le capacità da apprendere. E ovviamente più difficile sono le materie, più capace dovrà essere l’insegnante.

Scommetto che tutti abbiano avuto tre, o se fortunati, almeno cinque grandi insegnanti nel corso della nostra vita. I vostri insegnanti, i cui nomi ricorderete anche oggi, sono coloro che vi hanno aiutato a vedere ed a pensare in modo diverso, coloro che vi hanno aiutato a sviluppare le capacità necessarie ad avere successo nella vita. A volte non era nemmeno ciò che vi hanno insegnato ma come lo insegnavano. Come se fossero un tutt’uno con la propria materia. Spesso i nostri migliori insegnanti non sono nemmeno quelli scolastici o universitari. Genitori, amici, parenti e colleghi sono spesso coloro che ci istruiscono meglio sui valori essenziali della vita.

In un corso su come aiutare il clero a migliorare la propria efficacia a livello pratico, la mia classe fu brillantemente istruita su come una difesa sostenuta della propria posizione, senza indagare sul modo di pensare o di ragionare dell’altro, spesso portasse ad un esito tutt’altro che ottimale. Nello studio di un caso dopo l’altro, la nostra professoressa continuava a puntualizzare allo studente “Difesa. Nessuna indagine”. Quando la professoressa presentò un caso problematico frutto della sua esperienza, mi sentii in dovere di dire che, non indagando sul modo di ragionare dell’altro, lei aveva fatto la stessa cosa contro cui aveva cosi spesso inveito. Invece di offendersi per la mia presunzione, la professoressa fu contentissima. “Ah,” disse. “Lo studente è diventato insegnante. Fantastico.”

Se Abramo fu scelto per la sua abilità di insegnare, allora nella porzione di questa settimana ha davanti lo studente più difficile di tutti, quando osa insegnare “la via del Signore” a Dio in persona. Se Dio scelse Abramo per agire con “giustizio e diritto”, allora la lezione si rivolge a Colui che lo ha scelto per insegnarla, dato che Abramo difende la gente potenzialmente innocente di Sodoma e Gomorra. “Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te!” dice Abramo; e aggiunge, “Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia?”. Qui l’allievo supera il maestro, e mi immagino Dio esclamare: “Fantastico.”

Abramo rappresenta l’insegnamento che a sua volta deve insegnare, una lezione che continua ad istruire i suoi discendenti col susseguirsi delle generazioni: la via dell’Eterno è fatta di atti di giustizia e la messa in pratica di ciò che è giusto.

Shabbat Shalom

Rabbi Whiman