Uno dei miei professori alla scuola rabbinica era solito dire che in realtà i rabbini tengono un solo sermone nel corso della loro carriera. A quel tempo non lo sapevo, ma aveva ragione.
Ho tenuto praticamente lo stesso sermone ancora e ancora negli ultimi 40 anni e oltre. Sembra che abbia trovato un grandissimo numero di modi per dire alle mie congregazioni: “Siate semplicemente buoni.”
Non c’è una traduzione esatta in ebraico per ciò che esprimiamo con la frase “Siate semplicemente buoni”. L’equivalente che più si avvicina è una variante della parola chesed. Nella porzione di questa settimana, il servo Eliezer va in cerca di una sposa per Isacco, figlio di Abramo. Trova Rebecca al pozzo e la corteggia per conto del suo padrone. Dice al padre di Rebecca: “E ora se intendi trattare il mio padrone con chesed v’emet dimmelo, altrimenti guarderò altrove”.
La parola chesed viene solitamente tradotta come amore e gentilezza. Cantiamo al sheloshah devarim - su tre cose si regge il mondo. Sulla Torah, sulla preghiera v’al gemilut chasadim – e su atti di amore e gentilezza. Ma la parola chesed può anche essere applicata a Dio dove e quando il suo significato indica qualcosa come grazia. Dio agisce con chesed, con misericordia, e questo in modo immeritato, con noi e con il mondo. Chesed viene considerato come uno degli attributi o caratteristiche essenziali di Dio.
Questa qualità è così importante che i rabbini fanno notare che la Torah inizia e finisce con atti di chesed. Quando Adamo ed Eva sono costretti a lasciare il giardino dell’Eden, è Dio che dona loro dei vestiti, e quando Mosè muore solo in cima al Monte Nebo, è Dio che seppellisce il profeta. Suppongo che si potrebbe dire che Dio mostri il suo lato migliore quando agisce con misericordia, con chesed, e per estensione lo facciamo anche noi quando agiamo con amore e gentilezza verso gli altri.
Quando facciamo gemilut chasadim, rispecchiamo il comportamento dell’Altissimo, e quando facciamo questo agiamo come farebbe Dio e come lui vorrebbe che ci comportassimo in qualsiasi situazione.
Quindi “siate semplicemente buoni”, compiere atti di amore e gentilezza non è cosa da poco. Nell’ebraismo esiste un collegamento diretto ed immediato tra la gentilezza e la devozione religiosa. Secondo la nostra tradizione, la gentilezza è un prerequisito per vivere in maniera virtuosa. Quindi vedete che “essere buoni” non è cosa buona nel senso di facoltativo. È una mitzvah, un comandamento, un obbligo sacro.
L’ebraismo è ardito nel dichiarare che “dinnanzi al Trono della Gloria, ogni male di cui ci si pente viene perdonato e ogni gentilezza compiuta non è dimenticata”. Piccoli gesti di gentilezza cambiano e umanizzano il mondo.
Credo che la parte migliore di gemilut chasadim, atti di amore e gentilezza, sia che non serve un talento speciale da parte nostra per compierli. Non tutti possono essere studiosi o scienziati. Ma la gentilezza è un’opportunità uguale per tutti. Richiede solo la nostra intenzionalità ed un cuore aperto.
Quindi “siate semplicemente buoni” e Shabbat Shalom.