Shabbat Hanukah

Nell’antico Israele, i casati di Hillel e di Shammai dominavano il pensiero ebraico. Le due scuole erano in disaccordo praticamente su tutto quanto riguardava il praticare l’ebraismo. La Mishnà documenta i loro dibattiti e le loro divergenze. Anche la gioiosa festa di Chanukkà era soggetta a discussioni.

Hillel e Shammai erano entrambi d’accordo che Chanukkà doveva essere una festa di otto giorni e bisognava ricordare il miracoloso olio dei Maccabei tramite l’accensione di candele. Lì finiva il loro punto d’incontro.

La scuola di Shammai ordinò l’accensione di otto candele la prima notte di Chanukkà, numero da ridursi progressivamente ogni notte successiva – sette candele il secondo giorno, sei candele il terzo giorno e così via. La scuola di Hillel la pensava in maniera opposta, ordinando una candela a notte, due la seconda notte, ecc. “Perché…” diceva Hillel, “I momenti sacri non dovrebbero mai andare a diminuire ma a crescere.” Alla fine la spuntò Hillel, e questo è ciò che facciamo anche noi oggi.

La verità è che entrambi gli approcci hanno senso.

L’idea di Shammai di ridurre progressivamente il numero di candele potrebbe aver trovato origine nella costante riduzione della quantità di olio all’interno del contenitore originario. Quindi la menorah di Shammai inizia con un bagliore di luci per poi pian piano dissolversi.

L’idea di Hillel invece è un progressivo aumentare del numero di luci, che potrebbe trovare le proprie origini nella meraviglia provata dai Maccabei quando si resero conto che stavano assistendo ad un miracolo.La menorah di Hillel inizia con un unico punto di luce per poi progressivamente diventare una fonte d’illuminazione.

Il Talmud ci racconta di un altro grande dibattito fra i due casati. In questo caso l’oggetto del contendere era la domanda : “Tenendo conto di tutti i problemi della vita, e della la propensione dell’umanità ad agire in maniera negativa, sarebbe stato meglio se quest’ultima non fosse mai stata creata?” Shammai disse sì. Hillel disse no.

In questo caso Shammai sosteneva che gli esseri umani erano creature peccaminose, bombe ad orologeria. Hillel invece diceva che ogni momento della vita era un’opportunità per fare del bene, di compiere una mitzvà, di vivere secondo il sogno di Dio per l’umanità. Il Talmud ci dice che il loro dibattito durò per due anni e mezzo, finché finalmente si decise di andare al voto.

Questi due punti di vista hanno in realtà diverse cose in comune, più di quanto potreste pensare. Vi è un fondamentale disaccordo sulla natura umana. Siamo creature inevitabilmente malvagie e violente o siamo potenzialmente capaci di buoni gesti? E, conseguentemente, il futuro sarà sempre più cupo o si starà schiarendo?

La decisione di seguire la via di Hillel per quanto riguarda l’accensione della menorah, ovvero aumentare progressivamente il numero di candele ogni notte, rappresenta la fiducia in un futuro che sarà sempre più luminoso grazie alle nostre buone azioni e ad atti di amore.

E chi vinse la famosa disputa fra i due casati per quanto riguardava il destino dell’umanità? Sorprendentemente vinse Shammai. Il voto dei rabbini indicò che sarebbe stato meglio se l’umanità NON fosse mai stata creata; ma, detto questo, il Talmud aggiunge : siamo in ballo, quindi balliamo.

Io e voi facciamo parte di questo mondo, e il nostro livello spirituale aumenta e non diminuisce. Quindi il pensiero ebraico per questa stagione è: anche se la situazione appare buia, dobbiamo fare del nostro meglio oggi e fare un po’ di più domani. E passo-passo, il mondo, il vostro mondo, sarà sicuramente più luminoso.

Shabbat shalom e Felice Chanukkà. cosi calorose ed ospitali.

Rabbi Whiman