A Pesach Tradition - Il Gefilte Fish di Joanne

Joanne's Gefilte Fish

The undisputed symbol of Ashkenazi cuisine for centuries, gefilte fish, which means stuffed fish in Yiddish, is more than just a part of the Jewish culture that I have embraced: cooking it has become a tradition that I would pass on to my children.

The first time I tasted it was 5 years ago at a friend's house in Beverly Hills. We bought it from a Deli and my friend refused to try it. While I was dipping it in chrein (a delicious horseradish sauce), at every bite I thought of all my friends who had warned me of how terrible gefilte fish was: I did not understand the reason for so much hatred towards a fishball and I wanted to give it another chance. The second time I ate it was in a restaurant in Vienna: I fell madly in love with it and decided to try to cook it.

Daniella is one of my best friends and she comes from Israel. Her mom Joanne was born and raised in Australia and is really one of the best cooks I know, at the same level as my mom Sara. Two years ago, on Rosh Hashanah, I managed to get Joanne’s recipe and I cooked it with Daniella: it was certainly an interesting experience also because we had to remove all the scales from the fish (I do not recommend that to anyone). Since then, gefilte fish has been a success every time I've cooked it. I also made it for some non-Jewish friends to taste who, without knowing what it was, loved it right away.

Some like it sweeter, others peppery. Some only use only the carp while others like using more types of white fish. Have all the prejudices you want but the gefilte fish I make is very good and I want to share Joanne’s gefilte fish recipe with you.

Ingredients for gefilte :

1 kilo sea bass, filleted (keep the bones, head and skin)

1 kilo sea bream, filleted (keep the bones, head and skin)

2 onions

3 teaspoons salt

1/2 tablespoon black pepper

2 teaspoon sugar

2 slices of toasted white bread + 3 tablespoons of bread crumbs or, for Pesach, 3 tablespoons of matzo meal

1 hard-boiled egg

Ingredients for fish stock (soup to cook the gefilte fish in) 6 cups of water

3 sliced carrots

2 sliced onions

Some parsley

The heads, skin and bones of the fish 2 teaspoons salt

2 teaspoons sugar

1/2 tablespoon pepper

1 ) Prepare the fish stock in a large shallow saucepan with all the ingredients (for the stock) and heat till boiling

2) Soak the toasted bread in a glass of water, then squeeze out the water and place in a big bowl

3) Peel the onions and the hard-boiled eggs, and grind them in a food processor and then place them in the big bowl

4) Grind the fish in a food processor and also place in the bowl with the bread, eggs and onion. Mix all together

5) Add salt, pepper, sugar, raw eggs and bread crumbs to the bowl and mix well

6) By now, the stock should be boiling. Reduce the heat and shape fish into "cakes": measure 1/4 cup of the fish mixture and form an elongated smooth cake with your hands. Put into the stock very gently. Repeat until you use all of the fish mixture.

7) Cover the pot and keep the heat on a low simmer. Simmer this way for 2 hours. Check occasionally

8) Remove from the heat. Lift the fish cakes and carrot slices from the stock with a slotted spoon and arrange on a plate. Strain the stock through a fine sieve into a bowl, and then pour some over the fish. Keep in the refrigerator.

Tzvi’s advice: the best condiment to grace the top of gefilte is chrein. I like it red and, if possible, homemade.

Tzvi Tosetti

////

Il Gefilte Fish di Joanne

Simbolo indiscusso della cucina ashkenazita da secoli, il gefilte fish, che significa pesce riempito in yiddish, per me è più di una parte della cultura ebraica che ho abbracciato: cucinarlo è diventato una tradizione che vorrei tramandare ai miei figli.

La prima volta che l’ho assaggiato è stata 5 anni fa a casa di un’amica a Beverly Hills. L’abbiamo comprato da un ristorante e lei si è rifiutata di provarlo. Mentre lo intingevo nel chrein (una deliziosa salsa al rafano), ad ogni morso pensavo a tutti i miei amici che mi avevano avvertito di quanto fosse terribile: non capivo il perchè di così tanto odio nei confronti di una polpetta di pesce e volevo dargli un’altra chance. La seconda volta che l’ho mangiato è stato in un ristorante di Vienna: da li me ne sono innamorato perdutamente e ho deciso di provare a cucinarlo.

Daniella è una delle mie migliori amiche e viene da Israele. Sua mamma Joanne è nata e cresciuta in Australia ed è davvero una delle migliori cuoche che conosco (a pari merito di mia mamma Sara). Per il seder di Rosh Hashanah di quasi 2 anni fa sono riuscito ad ottenere la sua ricetta e l’ho cucinato insieme a Daniella: è stata sicuramente un esperienza interessante anche perchè abbiamo dovuto togliere noi le lische dai pesci (non lo consiglio a nessuno) Ad ogni modo, il gefilte è stato un vero e proprio successo ogni volta che l’ho cucinato. L’ho anche fatto assaggiare a degli amici non ebrei, che senza sapere cosa fosse, l’hanno amato fin da subito.

C’è chi lo fa più dolce e chi più pepato, chi usa solo la carpa o chi come me si diverte a usare più tipi di pesce bianco. Abbiate pure tutti i pregiudizi che volete ma il Gefilte che faccio io è buonissimo e voglio condividere con voi la ricetta di Joanne.

Ingredienti per il Gefilte

1 chilo di branzino, sfilettato (conservate le ossa, la testa e la pelle) 1 chilo di orata, sfilettata (conservate le ossa, la testa e la pelle)

2 cipolle

3 cucchiaini di sale

1/2 cucchiaio di pepe nero

2 cucchiaini di zucchero

2 fette di pane bianco tostato + 3 cucchiai di pangrattato o, per Pesach, 3 cucchiai di farina di matzà

1 uovo sodo

Ingredienti per il brodo

6 tazze di acqua

3 carote tagliate a rondelle

2 cipolle tagliate in cubetti

Un po' di prezzemolo

Le teste, la pelle e le ossa del pesce 2 cucchiaini di sale

2 cucchiaini di zucchero 1/2 cucchiaio di pepe

1) Prepararte il brodo in una grande pentola con tutti gli ingredienti e portatelo all'ebollizione

2) Immergete il pane tostato in un bicchiere d'acqua, poi togliete tutta l’acqua e mettetelo in una ciotola capiente

3) Sbucciate le cipolle e l’uovo sodo, macinateli con un tritatutto e poi metteteli all’interno della ciotola

4) Macinate il pesce in un tritatutto e mettetelo nella ciotola con pane, uovo e cipolla. Mescolate il tutto

5) Aggiungete sale, pepe, zucchero, uova e pane grattato e mescolate bene

6) A questo punto, il brodo dovrebbe essere bollente. Riducete il calore e modellate il mix di pesce in "tortine": prendete un pò di miscela di pesce (circa 1/4 cup) e formate una tortina liscia allungata con le mani. Mettetela nel brodo molto delicatamente. Formatene fino a quando non finite tutto il mix di pesce.

7) Coprite la pentola e mantenetela a fuoco lento. Fate cuocere in questo modo per 2 ore. Controllate di tanto in tanto

8) Togliete la pentola dal fuoco. Prendete il gefilte e le fette di carota dal brodo con una schiumarola e disponeteli su un piatto. Filtrate il brodo con un setaccio all’interno di una ciotola, quindi versatene un po’ sopra il gefilte. Conservate in frigorifero.

Un consiglio di Tzvi: il condimento migliore per abbellire e gustare al meglio il gefilte è il chrein. A me piace quello rosso, specialmente se fatto in casa.

Tzvi Tosetti

MICHAEL GOLDING – UN SECONDO BAR MITZVÀ UN MEMBRO FONDATORE DI BETH SHALOM MILANO

Sabato 6 Aprile alle 10:30 - Servizi di Shabbat presso l’hotel.

Questo Shabbat, festeggeremo un evento davvero speciale, il secondo Bar Mitzvah di Michael Golding, uno dei soci fondatori di Beth Shalom. Non mancate!

UN SECONDO BAR MITZVÀ A 83 ANNI

Tutti sanno che tradizionalmente un ragazzo ebreo raggiunge la maturità a 13 anni e inaugura l’età adulta venendo chiamato alla Torà come Bar Mitzvà.

Nel Libro dei Salmi, tuttavia, leggiamo: “Gli anni della nostra vita sono settanta o, per i più forti, ottanta”. Con questo calcolo, iniziamo un nuovo ciclo di vita a 70 anni. Sommiamo 13 a 70 e l’età di 83 anni offre al Bar Mitzvà un’opportunità di segnare la pietra miliare di questo felicissimo compleanno ed essere chiamato di nuovo alla Torà.

Questo ulteriore Bar Mitzvà è una tradizione relativamente nuova, ma francamente le smachot non sono mai troppe, e perché rinunciare alla possibilità di brindare con un sincero e caloroso Mazel Tov ?

Michael article it.jpg

Per la giornata delle Mitzvot - 9 Dicembre 2018

MITZVOT HANUKAH.jpg

Per la giornata delle Mitzvot (9 Dicembre 2018) di Beth Shalom, siamo andati a fare una gioiosa visita alla Residenza Arzaga, casa di riposo per anziani della comunità ebraica di Milano.
Abbiamo portato i biglietti di Chanukkà realizzati dai nostri ragazzi, sufganiyot e dolci. 
E tutto questo ha portato luminosi sorrisi sui visi dei residenti.

Si ringraziano tutti i membri di Beth Shalom che hanno contribuito con il loro generoso sostegno.

Soup Shabbat - Tzedakà - Centro Sant’Antonio, Milano

Soup Kitchen 11.2018.jpg

Il 17 Novembre Beth Shalom ha organizzato “Soup Shabbat”, un evento che ha ottenuto un grande successo nel quale si è raccolta tzedakà per il Centro Sant’Antonio (CSA).

Grazie al costante impegno di Frate Carlo, il Centro Sant’Antonio fornisce ai bisognosi pasti caldi, docce e vestiti. Il generoso contributo di 200 euro raccolto dalla nostra congregazione sarà usato per acquistare sacchi a pelo per i senzatetto, in modo che possano stare al caldo questo inverno. Il CSA è anche alla ricerca di donazioni di sacchi a pelo usati in buono stato. Se ne avete potete donarli per una buona causa!

“Soup Shabbat” di Beth Shalom è un esempio del nostro continuo impegno nell’esprimere il nostro ebraismo attraverso la mitzvà del tikkun olam (riparare il mondo).

Si ringraziano tutti i membri di Beth Shalom che hanno contribuito con il loro generoso sostegno.

UNA MATTINA, TRE MITZVOT 

17 NOVEMBRE 2018

UNO SHABBAT MOLTO SPECIALE 

PRESSO LA RESIDENZA DELLA CONGREGAZIONE

POTRETE PARTECIPARE ALLE SEGUENTI ATTIVITÀ: 

STUDIO DI TORÀ ALLE 9:30 CON LA PARASHAT VAYETZEI E LA STORIA DELLA SCALA DI GIACOBBE. 

FUNZIONE MATTUTINA DI SHABBAT ALLE 10:30

PRANZO DI SHABBAT ALLE 12:30

DATO L’IMPEGNO DI TIKKUN OLAM DA PARTE DI BETH SHALOM, RABBI DAVID E DAVID Z. CI OFFRIRANNO DELLA ZUPPA E DELLA CHALLAH PER PRANZO, CHE SI TERRÀ DOPO LA FUNZIONE. VI CHIEDIAMO DI DONARE COSA AVRESTE SPESO SE FOSTE USCITI A PRANZO O COMUNQUE DI FARE UNA LIBERA OFFERTA.

IN QUESTO MODO LA NOSTRA TZEDDAKÀ VERRÀ DONATA A BETH SHALOM PER UNA GIUSTA CAUSA.

CANTIAMO: AL SHLOSHA D'VARIM, IL MONDO È SOSTENUTO DA TRE COSE: LA TORAH, LA PREGHIERA E GLI ATTI DI AMORE.

UNITEVI A NOI IL 17 NOVEMBRE IN MODO DA POTER TRASFORMARE QUESTE PAROLE IN AZIONI.

AVRETE LA POSSIBILITÀ DI VEDERE TRE MITZVOT IN ATTO IN UNA SOLA MATTINA.

SAREBBE D'AIUTO FARCI SAPERE QUANTI DI VOI PARTECIPERANNO, IN MODO CHE I NOSTRI CHEF POSSANO SAPERE QUANTA ZUPPA PREPARARE.

RSVP TRAMITE EMAIL:

BETHSHALOM.MILANO@GMAIL.COM

Una risposta alla tragedia di Pittsburgh

Noi della Congregazione Beth Shalom siamo profondamente scioccati e rattristati dalla tragica sparatoria avvenuta presso la Congregazione Tree of Life di Pittsburgh negli Stati Uniti.
Preghiamo per le anime di coloro che si erano recati alla sinagoga per Shabbat e che hanno perso la vita semplicemente perché erano ebrei.
Preghiamo per le famiglie delle vittime, affinché possano trovare forza in questo momento di dolore così profondo. Preghiamo per coloro che sono stati feriti. 
Che Dio sia con loro e con chi piange insieme a loro.
La tragedia che tocca una delle nostre congregazioni le tocca tutte.
Possa l'odio cessare nel mondo, rapidamente e nel nostro tempo.
Continueremo a reagire a questo insensato atto d'odio con atti di bontà e pace.


Rabbi David Whiman

Yom Kippur mattina, 5779/2018

da Rabbi Donald Goor

IL Sionismo E’ Un Ideale Infinito

Deve essere sincereo-ho avuto difficoltà mentre mi preparavo per oggi. Io ed Evan siamo felicissimi con le nostre vite- é fantastico poter lavorare part time, vivere in un appartamento che abbiamo aiutato a strutturare e che é stato rimodellato per noi, il poter viaggiare molto, poter servire questa congregazione a Milanoe vivere il nostro sogno. Niente di cui lamentarsi. Abbiamo una belissima vita. Ma quando mi guardo in giro e vedo ciò che sta succendo nel paese in cui amo, Israele, divento sempre più triste.  Quindi oggi voglio essere onesto con voi-brutalmente onesto. Voglio condividere i miei pensieri ed i miei sentimenti per cosi sfidare voi a pensare diversamente per ciò che riguarda Israele. 

Voglio inziare con un’importante enunciato. So un sionista convinto. Sono preoccupato per quanto riguarda l’esistenza d’Israele. La terra e la gente d’Israele sono fondamentali alla mia identità. Amo Israele. E questo é ciò che voglio per voi. Di essere sionisti convinti.  Ma più di questo essere sionisti introspettivi. 

Sono anche un sionisa preoccupato e spaventato. L’Israele che io amo sta affrontando il viaggio per diventare uno stato moderno che é in antitesi con i miei valori, quali il pluralismo, la democrazia e l’ebraismo. 

Sono cresciuto amando Israele, fiero di questo paese. Mi ricordo che durante la scuola domenicale mentre facevo girare quella piccola scatola blu-la stessa scatola blu che mia nonna metteva vicino alle sue candele di Shabbat.  Mi é stato insegnato un sionismo che si trova in quella scatola blu. Insieme costruiremo uno stato. Renderemo vere le nostre antiche preghiere ed aspirazioni. Renderemo sicuri i suoi confini. Raccoglieremo gli esiliati, dall’Europa, il Medio Oriente, lo Yemen, la Persia e l’Etiopia. Creare un’economia fiorente. Le arance Jaffa – e ora Waze – alta tecnologia.  70 anni di fierezza. Costruiremo un moderno giardino del Eden. Hatikvah. Realizzeremo il nostro sogno. Torneremo a casa. 

“E noi…  anche dopo 70 anni…non ci siamo arrivati. Non siamo ancora a casa. L’Israele é stata costruita in modo che gli ebrei, che non si sono mai davvero sentiti a casa nel mondo, avrebbe avuto finalmente una casa. Ora, 70 anni dopo, la forte Israele, sarà anche una fortezza, ma non é una casa.

…Quando il governo Israeliano tenta di improvvisare accordi dubbiosi con l’Uganda ed il Rwanda, ed é pronta a mettere a repentaglio le vite di migliaia di rifugiati espellendoli verso l’incognito-Israele non é una casa.

E quando il primo ministro diffama ed incita la mancanza di respetto verso organizzaioni umanitarie, e quando cerca di trovare modi per promulgare leggi senza il consenso della corte di giustizia,  e quando vengono costantemente sfidate la democrazia e le corti, Isarele diventa sempre una casa-per tutti.

Quando Israele ignora e discrimina contro quei membri che vivono nelle frange della società, quando abbandona e continuamente indebolisce i residenti della parte meridionale di Tel Aviv;  quando dimostra di avere un cuore di pietra verso i deboli e coloro che non hanno voce- sopravissuti all’olocausto, i bisognosi, le famiglia con un solo genitore, gli anziani, pensioni per bambini che sono stati portati via dalle loro case e gli ospedali in frantumi-e sempre meno una casa. E’ una casa disfunzionale.

[ Quando Israele passa delle leggi contro la communità LGBT community, é molto lontana dall’essere casa nostra)

 E quando [ via passata una legge di stato] che ignora e discrimina contro i  1.5 millioni di cittadini palestinesi d’Israel, mettendo al bando la possibilità che possano vivere in questo paese- e sempre meno una casa- per sia la minoranza che la maggioranza.

E quando Israel arresta un rabbino per aver cerimoniato un matrimonio...nega un posto al  Kotel in modo che noi possiamo pregare, quando Israele, porta via l’anima ebraica di millioni di ebrei riformati e conservtori-ancora una volta. É sempre meno una casa” (David Grossman)

Questa non l’Israele a cui miravo io quando misi i miei risparmi in quella piccola scatola blu, nemmeno quella che s’immaginava mia nonna quando inziò a metttere via spiccioli nella sua scatola blu. Questa non é l’Israele che s’immaginava  quando firmò il trattato d’indipendenza. Non é l’Israele che conobbi da bambino o quando ne divenni cittadino.  Questo non é un sionismo di cui posso andare fiero. 

La nostra sfida di oggi non é di creare o difendere uno stato. La nostra sfida oggi é di mantenere uno stato sicuro che vive secondo i valori ebraici. Sono preoccupato che siamo troppo occupati a preoccuparci nel difendere uno stai che anche noi troveremo discutibile.  Vogliamo davvero una terra ebraica sicura che troviamo discutibile e che vede anche noi come persone discutibili? 

Sono un sionista fiero ma anche introspettivo. E giunta l’ora di alzare le nostre voci e creare un sionismo per oggi. 

Io immagino un sionismo basato su un rapporto serio fra Israele e la diaspora, su un scambio salutare di idee e valori. Israele ci offre una forza d’identità, un vero e proprio ebraismo.  Offrire un ebraismo pluralista, egalitario basato su profondi valori ebraici. 


Per essere un sionista moderno ci sono cose che dobbiamo fare : 1.  Ci deve importare, so non ci importa in maniera profonda e attiva-presto avremo un’Israele che non potremo più supportare. 2.  Dobbiamo far sentire le nostre voci. In quanto ebrei abbiamo una voce-una voce autentica e cruciale che si basa su valori ebraici autentici. 3.  Investire in ciò che crediamo. Perché doniamo ad organizzazioni che non crede negli stessi valori in cui crediamo noi? Prima di dare il proprio sostegno monetario ad un organizzaione in Israel ci dobbiamo chiedere :  Hanno parlato di pluralismo, sui diritti delle minore, su valori democratici?.  Sostenete il movimento Reform in Israele. Unitevi ad una congregazione reform in quanto membro straniero. Sostenete il Israel Religious Action Center –IRAC – il centro del movimento Reform che lotta per il diritto di pregare al kotel. Lotta contro il razzismo.Lotta per i diritti per le donne. Sostenete il New Israel Fund, un organizzazione che sostiene a sua volte aziende non profit in Israele che lottano per la democrazia, i diritti per le minoranza, che si prende cura della qualità dell stato che amiamo. Sostenete organizzazioni come le scuole  Yad B’yad  dove studenti Israeliani ed Arabi imparano insieme. Sostenete lo Shutaf – una piccola organizzaione, io faccio parte del loro comitato-che sostiene programmi scolastici e di campeggio per ebrei ed arabi–  che soffrono di problemi fisici. 

Questi punti non sono una ricchezza, sono una necessità, e c’é n’é bisogno adesso. Il tempo sta scadendo. Il nostro sionismo deve essere appassionato-e deve essere introspettivo. Non é questione di vedere gli errori e le qualità di Israele, é questione d’immaginazione. Ciò che é importante é immaginare e lavorare per creare l’Israele che può é dovrebbe essere. 

Il sionismo della scatola blu é passato- abbiamo uno stato moderno e sicuro. Noi dobbiamo creare il sionismo di oggi. Va oltre il difendere uno stato, é questione di qualità dello stato. Il sionismo di oggi ci chiama a sostenere la democrazia, avere il pluralismo, i diritti per le minoranze etniche e combattere contro il razzismo. 

“Israele é un dolore per noi. Perché non é ancora la casa che vogliamo che sia.Riconosciamo le grandi e bellissime cose che ci sono successe, il fatto di avere uno stato...Ma dobbiamo anche riconoscere il dolore della sue distorsione..”

Theodor Herzl era uno vero e proprio profeta moderno. Guardava oltre la sua creazione. Fu capace di parlare a più generzioni quando disse “ Una volta consideravo il sionismo come un ideale infinto...dato che non sarebbe mai cessato ad essere un ideale anche un volta ottenuta la nostra terra, la terra d’Israele. Perché il sionismo...rappresenta non solo la speranza di una terra nativa sicura per la nostra gente...ma anche l’aspirazione di raggiungere la perfezione morale e spirituale. 

Sionismo. Perfezione morale e spirituale. Questa perfezione morale e spirituale é nelle nostre mani. La visione é chiara. La sfida é ovvia. Agire é necessario e deve essere ora. 

“…”  David Grossman mentre parlava durante l’evento :  Giorno Della Memoria Alternativa a Tel Aviv, 17 Aprile, 2018.Ofer Vaknin

Report: Giornata della Mitzvà

35628955_1688431377871868_1513925458729631744_n.png

David Resnick, age 15:

Last week, we spent time with some homeless people. We went because it was Mitzvah day, meaning that the goal was to do an act of kindness. At first when I saw the amici of Centro Sant’Antonio, I’ll be honest, I was a little afraid. But then, as I started talking to them and got to know them, I realized that they were all really nice people who just wanted some company. I think I understand how they feel a little bit about being alone. I go to an Italian public school and during the day I don’t talk to many people because I don’t want to mess up in Italian. It can be lonely sometimes. Luckily, I have a friend who speaks English, so I am never completely alone, plus my Italian is getting better. The amici spend a lot of time alone, and probably have probably felt left out for many years. Think about it - nobody really talks to them when we pass them on the sidewalk, or on the metro. That is why the Centro Sant’Antonio is so important for them. Not only can they can get a nutritious meal and clothing there, it’s a place where they feel included. When all of the amici were sharing their stories with us, one of them cried as she was telling us about herself because she was so happy and moved that people were listening to her story, and that she found a place where people cared about her. After they shared their stories, we ate the snacks that we brought for them. My mom even made Nestle Tollhouse chocolate chip cookies, which was something they had never tried before. After that, we talked for a little bit longer and then we left. I won’t forget this experience and the next time I see a homeless person, I won’t just look away from them and try to avoid them. I hope that next time more kids from Beth Shalom can come because I think that when kids at my age do these kind of Mitzvot, we get to see a different side of the place where we live and the people who live in our city.